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Quante teste hanno i nostri rappresentanti in Parlamento? Quanti “cappelli” riescono ad indossare, nello svolgere la loro attivita’? Una sola testa non gli basta.
Quante teste hanno i nostri rappresentanti in Parlamento? Quanti “cappelli” riescono ad indossare, nello svolgere la loro attivita’? Una sola testa non gli basta.
(nuova edizione del precedente scritto "Istituzioni e modernità")
Il percorso storico-culturale che affrontiamo cerca di validare la tesi secondo cui le nostre istituzioni non possono funzionare adeguatamente, non a causa dei comportamenti contingenti delle persone ma a causa delle forme storiche mediante le quali si sono sviluppate.
La formazione di una nuova maggioranza parlamentare, costituita da quasi tutte le principali forze politiche, segna un impegno comune, volto a fronteggiare la grave crisi sanitaria ed economica che affligge il Paese e a gestire efficacemente i finanziamenti europei.
Lo spirito di solidarietà politica espresso dalla formazione del nuovo Esecutivo offre anche una preziosa opportunità, forse meno visibile per molte persone, ma che non può essere sprecata: quella di realizzare le riforme istituzionali necessarie e improrogabili, soprattutto dopo l’approvazione della legge costituzionale 18 ottobre 2020, n. 1, che ha ridotto il numero dei parlamentari a partire dalla prossima legislatura.
La tornata elettorale di settembre metterà in una luce opaca l’inconsapevolezza civile di cui siamo tutti portatori.
Infatti non riusciamo a vedere, per un antico vulnus, quello che per altri versi è sotto gli occhi di tutti e cioè l’uso strumentale delle istituzioni politiche in funzione del consenso e della carriera, un uso che, inesorabilmente, produce un’endemica disfunzione.
“Nuovi, molteplici e magari contrastanti conformismi si sono andati consolidando, in questi anni; ed è soprattutto latente, nella società culturale italiana, la disposizione a piegarsi ancora ad un altro unico conformismo, non importa di qual colore, solo che le circostanze politiche, di nuovo, lo suggeriscano.”
Questo brano esprime ciò che notiamo da tanto tempo, e che la terribile situazione di oggi conferma: le persone “di cultura” - cioè chiunque abbia la capacità di esprimere idee e di esporle utilmente in un determinato momento - nonostante dispongano
Egregio Professor Letta,
Ci rivolgiamo a Lei, neosegretario del Partito Democratico, favorevolmente colpiti dalla sua relazione all’Assemblea Nazionale che l’ha eletta.
Il percorso storico-culturale che affrontiamo cerca di validare la tesi secondo cui le nostre istituzioni non possono funzionare adeguatamente, non a causa dei comportamenti contingenti delle persone ma a causa delle forme storiche mediante le quali si sono sviluppate.
Quanto è importante la legge elettorale? Quale "forma" conferisce, una determinata legge elettorale, alla Democrazia di cui è sia mezzo che espressione? Quali conseguenze ha sull’assetto politico e parlamentare? In conclusione, quanto dovrebbe importare, ai cittadini, la discussione su quale legge elettorale adottare?
Proviamo a partire dall’ultima domanda.
La stabilità del Governo come base per uno sviluppo stabile e continuativo dell’Italia
Per farlo non serve rivoluzionare la Costituzione, come molti pensano. Leggi ordinarie, provvedimenti o piccole modifiche costituzionali possono permetterci di imboccare la strada giusta.
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Forme & Riforme ha partecipato al Convegno "Milano Partecipa", organizzato dal Comune di Milano e Fondazione Cariplo
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