Giovani che imbrattano monumenti, si sdraiano sulle corsie del GRA, rallentando il traffico e facendosi maledire dai pendolari che vanno a lavorare. Studenti che piantano le tende davanti a facoltà universitarie, per protestare contro il caro affitti. Cittadini che gridano la protesta ad un Ministro, al Salone del Libro, e le impediscono di parlare. Cittadini che vanno sempre meno alle urne, quando si vota.
Sono gli stessi cittadini che prendono un badile, gli stivali e vanno a spalare fango in Emilia Romagna; semplicemente perché’… c’è bisogno. C’è un elemento di congiunzione che lega questi comportamenti, che all’apparenza sembrano in contraddizione. L’elemento si chiama PARTECIPAZIONE. Tutti questi atti e coloro che li compiono vogliono provare a dire la loro, mandare un messaggio, provare ad incidere. Il problema è che non trovano un canale di comunicazione aperto ed efficace. In passato questo canale, questo “ponte” che metteva in comunicazione le persone con le Istituzioni, era il PARTITO. Non importa se di destra, sinistra, centro, liberale, cattolico, riformista o radicale. In ogni caso questa funzione di dialogo, di connessione tra la volontà dei cittadini di FARE, di poter esprimere disagi, idee, sogni, era appannaggio dei partiti. Sembra evidente che i canali risultino sempre più chiusi, autoreferenziali, impermeabili al cambiamento ed al coinvolgimento dei cittadini. Oggi il partito DIVIDE, invece che unire. Separa, quando dovrebbe coinvolgere, informare, formare ed educare al MODO ed alle FORME con cui la Società esprime il proprio ruolo. Il desiderio e la necessità di partecipare alla vita politica, ai progetti di futuro, di costruzione del domani ed alle soluzioni dei problemi di oggi, risulta sempre meno connesso alle strutture che dovrebbero esserne preposte. Se questa spinta forte non viene accolta e veicolata dai Partiti, il significato è chiaro. E’ il sistema partitico e la FORMA partito che non risponde alle necessità ed alle esigenze della politicità sociale. La distanza siderale tra semplici cittadini e politica istituzionale che si evince da tutti questi casi è palese. Manca però la consapevolezza del fatto che il problema va affrontato partendo dai meccanismi con cui i cittadini possono AGIRE all’interno delle Forme che la politica ha assunto. Curando le patologie che le forme della politica hanno preso oggi, si può permettere ai cittadini di partecipare alla vita politica senza ricorrere a comportamenti distruttivi ed anti sistema; ma il Sistema deve perseguire questo obiettivo di riforma.
Come cantava il Sig. G il secolo scorso:
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.