Politicità Sociale
L’espressione “politicità sociale”, che non esiste nel lessico filosofico e politologico, indica quell’insieme indispensabile di funzioni e di modalità organizzative che permettono ai cittadini ed alle cittadine di dare un indirizzo preciso a coloro che sono nelle istituzioni a fare le leggi per tutti. Attualmente la Politicità Sociale è inesistente: occorre farne capire l’importanza per poterla costruire e organizzare, grazie al sostegno della cittadinanza
Un intervento di Giuseppe Polistena
La Politicità Sociale richiede una riforma indispensabile: quella dei partiti
Il Centro Studi Forme&Riforme sta indagando le maggiori patologie, descritte nel seguito, causate da una “forma partito” che non permette ai cittadini di “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale“, come prescrive l’articolo 49 della nostra Costituzione. Per ciascuna patologia, oltre ad alcuni esempi concreti, viene illustrata anche una proposta di soluzione, su cui il Centro Studi sta continuando a lavorare. Altri risultati del nostro lavoro possono essere consultati nella sezione “Strumenti -> Documenti”
Accentramento di più cariche in un’unica persona
Incarichi nel partito e incarichi istituzionali sono incompatibili, ci deve essere separazione tra i due ruoli. In altre parole: il segretario di un partito non può essere allo stesso tempo Ministro o Presidente del Consiglio dei Ministri
La proposta: chi ha incarichi di rilievo all’interno del partito, non può candidarsi ad alcun ruolo elettivo; chi è nel partito gestisce il partito, chi è nelle istituzioni, lavora per le istituzioni
Assenza del Rispetto del mandato
Una persona eletta ad un ruolo, non può candidarsi ad un altro incarico elettivo. Quanti sindaci abbiamo visto candidarsi al Parlamento nazionale o europeo? E’ un problema di rispetto del mandato ricevuto dagli elettori, oltre che uno spreco di risorse pubbliche per la sostituzione
La Proposta: deve essere introdotta la incandidabilità per chi è già titolare di una carica elettiva. Se un sindaco o un parlamentare si vuole proprio candidare, prima si deve dimettere dalla carica attuale
Il ‘professionismo’ della politica: tutta la vita nelle istituzioni
Ci sono persone che spendono tutta la vita dentro le istituzioni elettive: serve un limite ai mandati. I Consoli romani duravano in carica un anno e non erano rieleggibili!
La Proposta: Va introdotto un limite ai mandati, qualunque sia l’incarico ricoperto. Al momento c’è solo per i Sindaci ed i Presidenti di Regione; deve essere introdotto per qualunque carica elettiva (deputati, senatori, consiglieri regionali e comunali, …)
La scelta dei candidati nelle sole mani del leader
Nonostante spesso gli statuti dei partiti prevedano primarie o scelte dei candidati fatte in modo democratico, quasi sempre la scelta è nelle mani del leader o della sua stretta segreteria, limitando di fatto l’accesso alla candidatura della maggior parte dei membri dei partiti.
La proposta: La scelta dei candidati deve essere fatta in maniera democratica, con votazioni aperte al pubblico (primarie) o almeno ai membri del partito. Va valutata anche la possibilità di riservare una quota parte delle candidature a cittadini non iscritti al partito (indipendenti).
La Legge elettorale
L’attuale legge elettorale (Rosatellum) contiene una serie di storture che limita le scelte dei cittadini e discrimina in maniera evidente i raggruppamenti che vogliono presentarsi alle urne: la mancanza di preferenze, le multicandidature, il trascinamento tra voto uninominale e multinominale, la raccolta firme obbligatoria solo per chi non ha deputati o senatori: sono tutte anomalie che impediscono una libera scelta dei candidati migliori
La proposta: i referendum abrogativi del 2024 di alcuni aspetti della legge elettorale non hanno raggiunto i risultati sperati; quindi è necessario pensare ad una nuova e finalmente democratica legge elettorale
La riforma Madre: il Partito
Il partito è introdotto in Costituzione come strumento per i cittadini per determinare la politica nazionale, utilizzando il ‘metodo democratico’. Ma nulla viene affermato in Costituzione su come debba essere fatto e come debba funzionare il partito. E quindi, poco alla volta, ciascun partito si è trasformato in ‘elite’ leaderistica, occupando le istituzioni e presentandosi ai cittadini solo come una delle possibili scelte, ma di fatto non consentendo alcuna interazione coi cittadini
La proposta: una legge “costituzionale” per riportare i partiti nella loro giusta collocazione: strumento di ‘collegamento’ e di controllo, intermedio tra governanti e governati.
La nostra ispirazione
Hanna Arendt
“Un numero sempre crescente di persone nei paesi occidentali fa uso della propria libertà ritirandosi dal mondo e dagli obblighi nei suoi confronti. Ognuno di questi ritiri provoca una perdita per il mondo che si può quasi dimostrare.”
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Zygmunt Bauman
“I problemi di oggi non ammettono bacchette magiche e cure istantanee, ma richiedono un’altra rivoluzione culturale. In tal senso esse impongono una riflessione ed una pianificazione sul lungo periodo, due arti dimenticate, due arti raramente messe in pratica in questi tempi affrettati vissuti sotto la tirannia del momento. Abbiamo bisogno di recuperare queste arti. Per farlo serviranno menti lucide, nervi d’acciaio e molto coraggio. Soprattutto servirà una autentica visione globale a lungo termine.
Erwin Schrodiger
“Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto, ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede”
![](https://www.formeeriforme.it/WPtest/wp-content/uploads/2024/11/Schrodinger1.jpg)
Politicità Sociale vs. Democrazia
La differenza è sostanziale: il termine “Democrazia” implica un potere, quello del popolo , e fa riferimento al concetto (che reputiamo arcaico) di sovranità popolare. Ci sono moltissime concezioni della democrazia, ma tutte fanno riferimento alla sovranità popolare e al potere che deve discendere dal popolo. La “Politicità sociale“, per contro, non fa riferimento ad alcun potere, essa indica i luoghi di produzione della politica. Non solo: essendo la politica la limitazione originaria del potere, la politicità non accetta alcuna sovranità, nemmeno quella popolare. Sono differenze notevoli che, sebbene non semplici da digerire, possono ben distinguere i due concetti.
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