Se la volpe diventa il guardiano del pollaio ...

Più volte abbiamo mostrato come i casi reali della politica, privi di una regolamentazione per legge, conducono a situazioni assurde, al limite del paradosso.
Ne abbiamo un caso concreto proprio in questi mesi, in cui la più totale assenza di ogni regola scritta, e direi anche di un po' di pudore, ci regala esempi di incarichi multipli sulle spalle di un'unica persona, con conseguente commistione di ruoli e confusione istituzionale.

E ogni volta la politica ne esce più squalificata, preda di prepotenti e arrivisti di ogni sorta.

Stiamo parlando di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che ricoprono, per quanto ne sappiamo, almeno quattro importanti incarichi a testa.
Entrambe, infatti sono contemporaneamente:

  • membri del Parlamento (senatore il primo, deputato il secondo)
  • Vice Primi Ministri, cioè mano destra e sinistra di Conte
  • Ministri (degli Interni e dello Sviluppo Economico rispettivamente)
  • Segretari Politici, cioè numeri uno, dei loro rispettivi partiti.


E' nella nostra esperienza quotidiana non capire in quale veste ciascuno di loro parla, nelle innumerevoli comparsate che ci vengono propinate ogni giorno dai media, che siano di stato, privati o social.
Ogni volta che uno dei due apre bocca, dobbiamo cercare di capire se lo sta facendo come Ministro, come vice presidente di Conte, oppure come capo del proprio partito. Ma chi non è del loro partito, perciò, potrebbe anche non dargli retta, mentre come cittadino dovrebbe ascoltare il proprio ministro degli interni, o dello sviluppo economico. Si potrebbe concludere che dipende dal contenuto: se Di Maio parla di Lavoro, è facile, è il suo compito, ma se parla di vaccini? E' un tema di Sanità, naturalmente, perciò fuori dal suo perimetro, ma può farlo come vice di Conte, capo del governo e quindi con la supervisione su tutte le materie, oppure come capo dei 5 stelle, che di vaccini se ne intendono (cry).
Insomma, vedete che la confusione è forte, per non parlare del disagio che ci coglie quando dobbiamo subire i comizi dei capi partito che non ci vanno a genio, per di più travestiti da ministro.

Ma ci sono casi, addirittura, in cui lo stesso rispetto della legge è messo a repentaglio, senza poter invocare qualcuno "super partes" che sia in grado di farla rispettare.
Come sappiamo, il Ministro dell'interno è la massima autorità che deve vigilare e garantire il corretto svolgimento delle elezioni, di qualunque livello siano. Ma se è proprio tale Ministro, con il cappello da segretario leghista, a violare la legge, rompendo il silenzio elettorale con messaggini che incitano al voto per la sua 'parte', a chi ci possiamo rivolgere? può il ministro Salvini punire il segretario Salvini? o magari il segretario Salvini si concede questi piccoli abusi, tanto sa che il ministro Salvini non lo condannerà mai?
Se la volpe diventa guardiano del pollaio, quante galline troveremo la mattina dopo?

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